14 Dicembre 2018

Programma 2020

PROGRAMMA DEL CANDIDATO SINDACO MASSIMO MULAS

Un nuovo sviluppo è possibile

Bisogna partire dalla realtà e dalla piena consapevolezza che il vecchio modello industriale su cui era basata l’economia di Porto Torres è definitivamente tramontato.

Dobbiamo guardare ad una nuova prospettiva, mettere in campo una proposta forte, una proposta che si ponga obiettivi chiari e perseguibili. Oggi è indispensabile dare vita ad un progetto complessivo di sviluppo, che guarda alla riconversione ed all’insediamento di nuovi settori produttivi a basso impatto ambientale che siano capaci di creare ricchezza e occupazione. Porto Torres è ancora un luogo ambito da chi fa industria. La città deve avere il coraggio di superare la fase storica della monocoltura industriale della chimica di stato per entrare senza paura nel futuro.

Al mondo del lavoro e dei lavoratori continueremo a dedicare gran parte delle nostre energie, nella consapevolezza dei limiti che la sfera di azione di un’Amministrazione Comunale può avere, ma nella certezza che ogni sforzo debba essere in ogni caso compiuto per creare nuova occupazione e difendere quella che c’è.

Fare industria si può e si deve, ma nel segno della sostenibilità ambientale: lo sviluppo deve essere accompagnato da un rapporto equilibrato tra l’industria, l’ambiente, innovazione tecnologica e rispetto del territorio. 

L’esempio di altri paesi industrializzati (Gran Bretagna, Germania, Stati Uniti) dove la produzione manifatturiera è in ripresa nonostante l’alto costo del lavoro insegna che ci può essere sviluppo se i prodotti si basano sull’innovazione La chiave del successo è accompagnare il declino dell’industria “tradizionale”, favorendo lo sviluppo dell’industria dell’innovazione.

Porto Torres poteva essere il primo esempio in Italia di tentativo di reindustrializzazione di un grande sito industriale, con processi di bonifica in corso, attraverso la realizzazione di impianti di produzione di bio lubrificanti e bio plastiche da materie prime naturali e non più da petrolio.

Il progetto Matrica poteva rappresentare una nuova opportunità se accanto agli impianti pilota della bio-raffineria fossero state realizzate nuove forme di sviluppo, arricchendo la proposta industriale attuale e inquadrandola in un piano di sviluppo che preveda il completamento della filiera, quella “discesa a valle” la cui mancata attuazione fu tra le cause del fallimento del progetto petrolchimico.

Un serio impegno istituzionale dovrà offrire un pacchetto di misure che ne favoriscano lo sviluppo, ponendo le basi per la creazione delle varie filiere necessarie a chiudere il ciclo delle produzioni. Per ottenere questo straordinario risultato abbiamo bisogno di essere accompagnati da politiche nazionali e regionali a sostegno di questo nuovo modo di fare manifattura, finora non sufficienti, ma anche dalla costruzione di una filiera di approvvigionamento tutta locale e dal completamento del risanamento ambientale di tutto il resto del sito di interesse nazionale di Porto Torres, ancora oggi al palo.

Nuova occupazione è possibile

Nuova occupazione è possibile nelle attività di bonifica dell’area industriale, nel risanamento dei litorali occupati attualmente dagli insediamenti industriali dismessi e nelle infrastrutture per la futura metanizzazione della città. Nuova occupazione è possibile nel settore della portualità e della logistica, che se sviluppato, con il sostegno dell’Autorità portuale consentirà a Porto Torres di rappresentare una delle principali porte d’accesso al mediterraneo. Nuova occupazione è possibile nei settori della nautica e delle costruzioni e manutenzioni navali, destinati a rappresentare un ambito della vita economica di crescita e sviluppo. Nuova occupazione è possibile mettendo a valore l’inestimabile patrimonio archeologico, storico e ambientale, vero volano per una nuova economia della cultura del nostro territorio.

Nei piani strategici il futuro della città

Crediamo che lo sviluppo della città debba partire prima di tutto dall’ascolto dei cittadini e di tutti i soggetti che sono parte attiva nel processo di cambiamento e miglioramento del nostro territorio. È necessario dare forza alle proposte e alla partecipazione per coinvolgere nel governo del territorio tutti gli attori, economici e sociali attraverso un nuovo “Piano strategico della città”. Con il Piano Strategico Comunale si potrà dare corpo ad un grande progetto, costruito a partire dagli interessi del territorio e attraverso l’ampia partecipazione da parte dei cittadini. Una delle esperienze più innovative di sviluppo progettato in modo condiviso con i diversi attori locali, basato sulla partecipazione attiva, sulla discussione e sull’ascolto. I programmi che ne scaturiranno possono oggi essere proposti al finanziamento dei nuovi fondi europei privilegiando il completamento degli interventi già finanziati attraverso i PIT e delle macro aree individuate all’interno del Piano relative alla rifunzionalizzazione e al potenziamento dell’area portuale, ai progetti per la riqualificazione delle aree industriali e alle azioni volte alla valorizzazione del territorio.

Fare rete con i comuni dell’area vasta per sostenere lo sviluppo

Questa sfida, Porto Torres, non può pensare di vincerla con un isolamento municipalistico. Deve andare oltre i propri confini, scegliere la strada della co-pianificazione con Sassari, Alghero e gli altri comuni di area vasta.

Fare rete significa per noi coinvolgere tutti i protagonisti di un territorio e scambiare con loro idee e proposte per la crescita e lo sviluppo. Con il Piano strategico intercomunale le amministrazioni dei “comuni dell’area vasta” sapranno mettere assieme le forze, consapevoli che la crescita del territorio equivale alla crescita di Porto Torres e viceversa. Una visione d’insieme del territorio, insomma, che prevede una grande rete urbana tra le città di Sassari, Porto Torres e Alghero, e che guarda allo sviluppo dei comuni rivieraschi come ad un unico grande territorio costiero che va da Stintino a Castelsardo.

 È necessaria una partnership istituzionale strettissima con la Regione Sardegna. Per poter giocare fino in fondo questa sfida, oltre ai rapporti istituzionali e territoriali, abbiamo bisogno di una moderna ridefinizione del rapporto pubblico privato, senza timori ideologici. Ci vogliono regole, precise e certe, ma poi chi vuole investire deve poterlo fare e se vogliamo attrarre investimenti dobbiamo parlare come un sistema.

Ripartire dalle Bonifiche e dalla economia dell’Ambiente

Porto Torres deve essere una città in cui le trasformazioni economiche ed industriali accompagnano e coniugano le opportunità di sviluppo con l’ambiente. Le bonifiche industriali sono la premessa del rilancio produttivo, della messa in sicurezza del territorio e di un rapporto maturo ed evoluto tra impresa e ambiente. Per non commettere nuovamente gli errori del passato serve garantire sviluppo nel rispetto dell’ambiente e la salute dei cittadini, non si può prescindere da una rete di monitoraggio ambientale adeguata alle specificità del territorio.

I nostri cittadini chiedono “una vera bonifica del territorio dall’inquinamento”.

Si conosce il numero e la quantità di sostanze inquinanti presenti oggi nel suolo e nel sottosuolo. Oggi l’Eni deve completare il processo di bonifica, ancora lento e lacunoso. Interventi che consentiranno di svincolare altri 380 ettari da destinare a nuove imprese economiche e restituire un territorio sano alla nostra città.

Riconciliare la città industriale con la città Parco

Va potenziata l’attività di dismissione e l’abbattimento di tutte le strutture inutilizzate da decenni e che sono visibili da diversi chilometri di distanza, oggi, abbiamo l’opportunità di riconciliare la città industriale con la città del Parco Nazionale dell’Asinara.  Bonificare e mettere in sicurezza le aree libere e liberabili significa poter recuperare grandi spazi da destinare a nuove attività sostenibili, senza dover compromettere altre aree di pregio ambientale. In questa direzione va la dismissione delle vecchie centrali ad Olio combustibile che consentirà di liberare un’area di circa 20.000 mq e restituirà ai cittadini diversi chilometri di spiaggia.

Valorizzare l’enorme patrimonio di saperi locali in materia ambientale

Insieme è possibile costruire progetti ed aprire strade nuove per lo sviluppo, attingendo alle figure professionali e alle competenze dei giovani, di cui il nostro territorio è ricco, chiamandole a gestire tecnologie e fenomeni legati all’ambiente. Va valorizzato questo enorme patrimonio di conoscenze in materia, impiegando tutte le competenze presenti sul territorio, per produrre progetti e regole che contribuiscano al successo dell’azione di governo, e ad uno sviluppo della città come bene di cui prendersi cura.

Un polo tecnologico per l’Ambiente

Le potenzialità dell’economia dell’ambiente, l’attenzione rivolta a ricerca e sviluppo di nuove tecnologie e la complessità delle problematiche ambientali nell’economia globale e locale aprono enormi prospettive di sviluppo che richiedono contestualmente

Innovazione nel rispetto dell’ambiente

L’innovazione tecnologica nel comparto ambientale è un requisito indispensabile per attrarre investimenti e finanziamenti pubblici e privati, recuperando le risorse investite e senza prescindere dal rispetto per l’ambiente.

Integrazione tra Impresa, Ricerca e Formazione

Le esigenze di mercato impongono una strategia unitaria e dunque richiedono la cooperazione dei soggetti che fanno ricerca e operano sul mercato. La vicinanza fisica è strategica, in particolar modo per le piccole e medie imprese.

Con l’istituzione di un polo Tecnologico dell’Ambiente vogliamo sviluppare l’obiettivo di un Distretto Tecnologico, cioè dare vita ad una aggregazione territoriale di attività ad alto contenuto tecnologico a cui dovranno contribuire, con modalità diverse, enti pubblici di ricerca, grandi imprese, piccole imprese nuove o già esistenti, enti locali.

Rifiuti

È necessario ripensare la gestione dei rifiuti urbani. Attualmente tale servizio rappresenta una delle voci di spesa più gravosa nel bilancio del nostro comune. È possibile rendere la raccolta differenziata più semplice e meno costosa per i cittadini e per le imprese, sfruttando tutte quelle strutture che la città già possiede e ridurre al minimo il volume di rifiuti conferiti in discarica.

Ripartire dal Porto e dall’Economia del Mare

Vogliamo progettare una città nuova perché nuove sono le sfide che dobbiamo affrontare e il mare, una delle più grandi ed importanti risorse del nostro territorio, sarà finalmente valorizzato nei suoi diversi aspetti.

Da sempre il porto della nostra città ha svolto un ruolo primario per l’economia dell’intero Nord Sardegna, è continua a rappresentare una risorsa ed un’opportunità. La distinzione tra porto civico, commerciale e porto industriale può servire ad attribuire funzioni e servizi diversi in relazione alle specifiche attività produttive che convivono nello scalo, ma quando parliamo di programmazione e  pianificazione dobbiamo guardare al porto come ad unico sistema cercando le integrazioni tra i due ambiti, commerciale ed industriale, e facendo scelte che potenzino la capacità di attrarre in porto e nel porto persone, imprese e servizi che lo rendano un unico grande moderno spazio economico e di vita sociale.

Il porto è una risorsa straordinaria di sviluppo economico ecco perché ogni metro di banchina deve essere messo a valore ed ecco perché non sono più tollerabili ritardi che ne impediscono una piena funzionalità. Non si può più rinviare la costruzione dell’antemurale per permettere l’attracco dei traghetti anche con condizioni meteo avverse, il completamento della rete stradale che collega il Porto Civico con la Città e la realizzazione della nuova area riservata ai pescherecci.

Il futuro della città passa in larga parte dal porto e affinché si possano creare le condizioni per una crescita ulteriore degli scambi occorre però definire precise linee di sviluppo.

Essere parte di un’Autorità Portuale deve rappresentare un vantaggio per le comunità che vi hanno aderito. E se è pur vero che Porto Torres per poter accedere ai finanziamenti nazionali (fondo di 15 Miliardi di fondi CIPE solo nel 2015), destinati per le opere portuali, deve fare ricorso alla Autorità Portuale è anche vero che è tempo di aprire con l’Autorità, un confronto autorevole, confronto mancato negli ultimi 5 anni, per  poter iniziare una nuova fase di governo del porto fondato su collaborazione istituzionale e una visione condivisa dello sviluppo della nostra città.

Potenziamento accessibilità marittima

L’accessibilità marittima dovrà essere potenziata affermando il ruolo del nostro scalo quale attore principale nell’intero processo di definizione del nuovo modello di continuità con la penisola e il continente europeo. Il nuovo assetto della continuità territoriale dovrà tener conto dei reali bisogni dei cittadini, non solo in termini di tariffa ma anche di livello di servizio, qualità e certezza dei collegamenti.

Le compagnie marittime dovranno essere stimolate ad una maggiore promozione dei collegamenti e l’offerta dovrà essere bilanciata e diversificata tra i vettori al fine di evitare qualsiasi interruzione del servizio.

È inoltre necessario guardare con attenzione al fenomeno del low cost, strategico per lo sviluppo turistico, con politiche dedicate che rispettino le normative europee.

Il nostro scalo dispone di spazi più che adeguati all’affermazione del porto del Nord-Ovest quale piattaforma hub merci a servizio dei traffici merci del mediterraneo.

Lo scalo marittimo di Porto Torres deve candidarsi a diventare un importante polo di interscambio tra le varie modalità di trasporto merci dell’isola. Il nostro porto deve ricoprire il ruolo di porta d’accesso via mare per il corridoio Sardegna – Continente. La maggior parte del traffico merci che viaggia su auto-articolati, diretto verso nord Italia, Francia e Spagna sembra scegliere il porto di Porto Torres quale un punto di riferimento preciso per il naturale passaggio dello stesso traffico mercantile.

Un progetto, quello dell’intermodalità, perseguibile anche attraverso la bonifica e l’infrastrutturazione di alcune delle aree libere o dismesse dell’area industriale.

È importante operare perché accanto al recupero di traffici, le merci movimentate non siano solo in transito ma possano trovare occasione di trasformazione e di manipolazione sul nostro territorio in modo da creare nuove opportunità di lavoro.

Porto Torres può candidarsi a pieno titolo per diventare una grande piattaforma logistica integrandosi con gli scali dell’arco costiero ligure e del centro nord della Spagna, che soffrono di fenomeni di saturazione degli spazi.

Bisogna rendere immediatamente operativa l’acquisizione e la riqualificazione del pontile secchi ubicato nel porto industriale di Porto Torres e delle aree retro portuali di proprietà di Syndial S.p.A., dismesse dall’attività industriale. Questa è la condizione minima per gettare le basi per lo sviluppo di una piattaforma logistica per merci e container. Una opportunità che se messa a sistema con il centro intermodale di proprietà regionale, candidato a diventare area franca, consentirebbe la creazione di un punto franco doganale, come previsto dal D. Lgs.75/1998.

Occorre ristabilire le relazioni strategiche che avevamo creato con le autorità portuali di Genova, Livorno, Barcellona e Civitavecchia, al fine di assicurare per Porto Torres l’integrazione tra le porte di accesso via mare del corridoio marittimo occidentale e la possibilità di avere un ruolo principale tra i partner dell’area di cooperazione sardo-corsa

La posta in gioco è altissima, si tratta infatti di accettare la sfida, per la nostra città, di assumere un ruolo centrale nel rapporto tra le due sponde del Mediterraneo, internazionalizzandosi e specializzandosi nelle economie del mare.

Competitivo è sostenibile

Siamo convinti che ogni porto possa esprimere all’interno del sistema regionale le proprie peculiarità e valorizzare alcune specifiche vocazioni. La competitività del nostro porto va oggi ripensata in termini di innovazione e sviluppo. Porto Torres per la sua natura di scalo industriale è la sede ideale per sviluppare attività di bunkeraggio e candidarsi ad essere uno dei primi punti di approvvigionamento per combustibili a basso impatto ambientale.

Particolarmente attese, nel settore marittimo-portuale, sono le previsioni riguardanti la fornitura del Gnl per uso marittimo. Secondo una recente direttiva Europea gli Stati Membri dovranno assicurare che un numero appropriato di punti di fornitura di Gnl siano realizzati nei porti marittimi per consentire che le navi (adibite sia al trasporto marittimo che alla navigazione in acque interne) che utilizzano il Gnl possano circolare attraverso la rete principale dei porti Ten-T entro il 31 dicembre 2025.

Essere tra i primi a sviluppare questa infrastruttura, significa poter acquisire un vantaggio competitivo ed entrare a pieno titolo all’interno della strategia Ten-T, dando avvio a un processo virtuoso per cui è possibile attrarre nuovi navigli, generare traffici e conseguentemente servizi e lavoro.


Il Turismo Crocieristico.

L’assenza di altri poli portuali di servizio per il settore crociere nella costa nord-occidentale della Sardegna suggerisce ancor più l’ipotesi di una specializzazione del porto di Porto Torres in questa direzione, con la possibile configurazione di un polo crocieristico nel nuovo porto commerciale.

Sul piano dei rapporti istituzionali l’amministrazione comunale non è stata nemmeno capace di promuovere ed animare un tavolo tecnico dove far confrontare e consentire la collaborazione tra l’Autorità Portuale e gli operatori locali dei servizi e dell’ospitalità al fine di poter migliorare l’offerta, presentare proposte, comprendere e superare assieme attraverso una inedita sinergia pubblico/privato le eventuali criticità e i problemi che hanno portato altrove le navi da crociera. È il momento di coinvolgere tutta la città in un progetto capace di mettere assieme istituzioni pubbliche e imprenditori privati per programmare e implementare la meravigliosa offerta del nostro territorio.

Collegamenti marittimi costieri integrati “il Metrò del mare”

La predisposizione di pacchetti turistici da offrire ai giganti del mare che facciano leva su un sistema efficiente e puntuale di collegamenti marittimi costieri tra il porto di Porto Torres, il parco dell’Asinara e i gli scali turistici di Stintino e Castelsardo, con lo spostamento di quote importanti di trasporto dei turisti, dalla gomma alle vie d’acqua, può rappresentare una importante qualificazione dell’offerta turistica con particolare attenzione al settore “crocieristico” e un approccio che vuole fare sistema con i comuni rivieraschi dell’area Vasta.

Il Diportismo Nautico e la cantieristica.

Da anni gli operatori locali del diportismo nautico si battono per avere la giusta considerazione, laddove alla storica mancanza di spazi si è aggiunta da tempo l’esigenza di provvedere alla delocalizzazione delle piccole imbarcazioni interessate dai lavori per lo sviluppo portuale.

Il Porto Civico può divenire cardine del diportismo, soprattutto per la nautica maggiore. Attraverso l’individuazione e lo sviluppo di nuove aree di alaggio per le grandi imbarcazioni da diporto e la presenza di servizi quali la riparazione, le manutenzioni, il rifornimento idrico ed elettrico, e lo sviluppo di nuove strutture ricettive e commerciali, si può intercettare quel turismo nautico d’alto livello che attualmente passa in prossimità dell’Isola dell’Asinara diretto verso le più importanti località turistiche del mediterraneo.

Occorre individuare nel nuovo “Piano del Porto” un’area destinata alla realizzazione dei cantieri per la nautica da diporto al cui margine realizzare un bacino per la manutenzione delle grandi navi che può rappresentare un’altra forte opportunità di sviluppo economico vista la dimensione del fabbisogno in ambito mediterraneo di questi servizi.

La cantieristica può avere importanti sviluppi e rappresentare ulteriori opportunità di lavoro per l’attività svolta dalle piccole imprese del comparto e per il nuovo ruolo che possono esercitare aziende che operano nell’allestimento di grandi yacht e che per la qualità delle infrastrutture possono insediarsi nel nostro territorio.

Il porto al centro della “rete plurimodale dell’area vasta”

Occorre pensare al trasporto pubblico locale quale estensione lineare e continua delle funzioni svolte dagli accessi dell’isola. Il trasporto pubblico locale si deve affermare, a tutti gli effetti, quale servizio essenziale per i cittadini ma contemporaneamente rispondere alle esigenze dei visitatori e delle merci.

Porto Torres è la città dei 15 minuti. Attraverso il nodo ferroviario già esistente si raggiunge in poche decine di minuti il centro di Sassari. L’aeroporto di Alghero dista dalla linea ferroviaria ex-complementare a scartamento ridotto, adatta al sistema metro-treno appena 6 chilometri da Sassari. Si stima in 60 milioni il costo necessario per la realizzazione di una nuova sede ferroviaria che possa unire la linea Porto di Porto Torres –Sassari all’aerostazione di Alghero.

La realizzazione di una rete metro-treno ad alta frequenza che, attraverso l’utilizzo di tratti di linea ferroviaria esistenti sia delle Ferrovie dello Stato (Sassari – Porto Torres) che delle ex Ferrovie della Sardegna – FdS (da Sassari si dipartono le linee per Alghero e Sorso) e di nuovi tratti di rete tranviaria che prolungando la metropolitana di superficie di Sassari, consenta di dare vita ad un anello di trasporto su rotaia, deve essere una priorità assoluta per tutto il Nord Sardegna perché strategica per l’integrazione e per lo sviluppo economico di tutta l’area vasta.

La Pesca.

La pesca rappresenta uno dei capisaldi dell’economia locale, una peculiarità da valorizzare nell’ottica del rispetto dell’ambiente e che intendiamo sostenere attraverso la costituzione del Distretto Produttivo Locale del Mare che dovrà coinvolgere le imprese che coprono l’intera filiera.

La produzione ittica del golfo dell’Asinara deve essere protetta e valorizzata con iniziative imprenditoriali e con azioni di promozione. Al fine di migliorare la qualità della produzione si ritiene opportuno prestare particolare attenzione ai controlli per verificare condizioni dell’ecosistema del Golfo per rimuovere e prevenire le fonti di inquinamento e orientare le attività di pesca. Per troppo tempo la pesca locale è stata danneggiata dall’immagine, spesso negativa, associata al nostro territorio tra industria e inquinamento.

Facendo leva sul nostro inestimabile patrimonio ambientale, intendiamo realizzare, d’intesa con gli altri comuni rivieraschi, un sistema per la promozione del pescato del golfo dell’Asinara e la realizzazione di un marchio di Denominazione di Origine Controllata e/o una IGP, al fine di meglio valorizzare il pescato del nostro mare nel mercato locale, extraregionale, nazionale e mondiale: la qualità certificata è molto più pagata nell’ambito di tutti i mercati.

Attraverso l’apporto fondamentale dei pescatori, faremo in modo che si operi per la tutela dell’ecosistema marino ed il ripopolamento della fauna ittica del golfo dell’Asinara, cercando di contenere il problema della diminuzione del pescato. Per questo andrà definito e realizzato, durante i periodi di fermo, un programma di interventi per il ripopolamento del Golfo dell’Asinara, coinvolgendo il mondo dell’Università e della Ricerca, e utilizzando la possibilità di attingere a fondi FEP/FESR/FSE/UE, con lo strumento a disposizione quali i GAC, ed impiegando i medesimi pescatori come sentinelle di controllo del mare.

Occorre valorizzare il pescato locale dando vita a processi di “filiera corta”, simili a quelli sviluppati per altri prodotti, che coinvolgano le mense cittadine, inserendo periodicamente nel menu delle scuole piatti a base di pesce locale, facendo scoprire alle giovani generazioni la qualità dei prodotti del nostro mare, sia nel momento del pasto sia attraverso percorsi didattici in aula e nel contempo creando nuove opportunità per i pescatori locali che forniscono direttamente il pescato.

Intendiamo riprendere il percorso interrotto negli ultimi cinque anni attraverso l’istituzione della commissione comunale sui problemi della Pesca per coinvolgere gli operatori del settore (produttori, organizzazioni di categoria, biologi, etc) al fine di orientare gli interventi dell’amministrazione e per favorire lo sviluppo di una rete di rapporti (e di un tavolo paritetico periodico) con le altre Amministrazioni dei Comuni rivieraschi del Golfo dell’Asinara anche alla luce dei Piani di Gestione Locale. La partecipazione diretta degli operatori del mondo della pesca risulta ancora più importante se si considerano le nuove modalità di accesso ai finanziamenti imposte dalla Comunità Europea che prevedono la partecipazione solo di quei soggetti (entità giuridiche) che al loro interno rappresentano il 70% degli operatori e che sono composti da Enti Locali ed Enti di ricerca scientifici.

Il cantiere del Mercato ittico deve concludersi. Una struttura importante, la cui funzione va però riconsiderata alla luce delle trasformazioni che sono avvenute in questi anni all’interno del mondo della pesca turritana. Quella struttura deve diventare un centro polivalente a supporto delle attività legate alla pesca e mercato ittico al dettaglio. Per fare questo è necessario concordare con la regione una riprogrammazione del fabbricato e definire con l’Autorità Portuale un accordo perché con proprie risorse consenta di concludere l’opera. In attesa che venga conclusa la banchina pescherecci, con la collaborazione degli operatori e dell’Autorità Portuale è necessario ridefinire gli spazi per le imbarcazioni da pesca all’interno del porto, per garantirne la migliore operatività.

È necessario individuare, come avviene per altre attività produttive, forme di incentivazione e di sostegno alle imprese della pesca, al fine di ridurre i costi di gestione con particolare attenzione a soluzioni che consentano di calmierare la spesa sostenuta per i costi del carburante.

La piccola pesca artigianale, quando esercitata in maniera responsabile, rappresenta il settore con il minor impatto ambientale e con il più alto tasso di occupazione. Questo segmento che si caratterizza per il forte legame con il territorio, può generare nuove economie attraverso processi di diversificazione del reddito. La diversificazione è uno degli strumenti attraverso i quali si può perseguire non soltanto l’obiettivo di garantire la tutela e la gestione delle risorse ittiche, ma l’integrazione del reddito degli operatori, il mantenimento dell’occupazione, permettendo il ricambio generazione e la valorizzazione dei prodotti della pesca. Al fine di rafforzare l’economia dei pescatori e stimolare una nuova offerta di turismo è fondamentale supportare la valorizzazione delle tradizioni marinare locali e le attività turistiche legate alla pesca, incentivando lo sviluppo e il recupero di immobili da adibire ad ittiturismo e pianificando nuove formule di pescaturismo. Come avvenuto con le “fattorie didattiche” per le aziende agricole, crediamo che la pesca possa trovare una nuova identità nel rapporto con le scuole e attraverso il turismo didattico, mettendo a sistema una nuova strategia di percorsi educativi legati alle “Fattorie del mare”.

Ripartire dal più grande Parco archeologico della Sardegna.

Occorre sintetizzare l’unicità della ricchezza archeologica attraverso la creazione di un sistema museale integrato che abbracci tutta la città.

Da una recente ricerca si evince che ogni euro investito in cultura produce nell’indotto ricchezza per 1,67 euro. Il patrimonio storico-culturale deve essere considerato come motore di sviluppo e di occupazione.

Come risulta da una recente indagine divulgata dal Ministero dei Beni delle Attività e del Turismo il valore aggiunto del sistema produttivo culturale italiano, è stato di 74,9 miliardi, il 5,4% dell’intera economia nazionale. Gli occupati nel settore cultura sono circa un milione e trecentomila, ovvero il 5,8% degli addetti del sistema Italiano.

Con l’area archeologica di Palazzo di Re Barbaro che dal centro della Città si estende fino alla foce del Rio Mannu comprendendo il ponte romano e il Complesso Monumentale della Basilica di San Gavino, l’area urbana di Porto Torres ha un patrimonio unico per la sua tipicità e che contiene molte potenzialità di sviluppo finora inespresse, prive di servizi e pertanto relegate ai margini dei poli di attrazione turistica. Per il rilancio dei beni culturali e archeologici la prima azione indispensabile da attuare è quella relativa alla stipula di una convenzione con Ministero dei Beni delle Attività e del Turismo per la gestione diretta da parte del Comune di Porto Torres delle aree archeologiche urbane e per l’installazione delle postazioni dei servizi d’accoglienza e di conforto rivolti all’utenza. I presupposti, quali la proprietà delle aree già acquisite al patrimonio comunale, un contributo regionale per il funzionamento e la manutenzione ordinaria delle aree e dei monumenti, ci sono e creano un vantaggio notevole per il progetto di sviluppo. Le condizioni favorevoli per attingere risorse dalle varie fonti di finanziamento ci sono e sono concrete e incoraggiano ad esplorare insieme alle altre istituzioni le modalità di acquisizione di monumenti e siti archeologici situati attualmente in aree di proprietà privata in modo da garantire una maggiore tutela e consentire ampliamento dell’offerta culturale e turistica.

L’obiettivo finale è quello di trasformare le attuali aree archeologiche e monumentali di Porto Torres in un grande Parco Archeologico che deve essere istituito seguendo le direttive dettate dalla normativa vigente che in numerose forme consente l’apertura anche ai privati interessati alla gestione. Porto Torres potrà godere in questo modo dei vantaggi giuridici e dei finanziamenti previsti dalla attuale normativa.

Subito un piano straordinario di scavi archeologici

Attraverso l’impiego di strumenti finanziari simili a quelli che hanno portato all’ottenimento della legge sulla forestazione e in accordo con l’Assessorato regionale alla Cultura puntiamo a dare vita a una nuova grande campagna di scavi archeologici che coinvolga centinaia di giovani e universitari provenienti da tutta Europa. Intendiamo dare vita così a una grande operazione di promozione che faccia da volano e riqualifichi l’immagine della città di Porto Torres.

Porto Torres ha bisogno di un piano strategico per i beni culturali, costruito con il contributo degli operatori pubblici e privati, che metta in rete le sue realtà museali, Museo Nazionale, Museo del Mare, il  patrimonio archeologico, con la Basilica di San Gavino, la necropoli di “Su Crocifissu Mannu”, con le sue torri costiere e tutti i potenziali percorsi storico/ambientali capaci di valorizzare i nuovi ritrovamenti archeologici con le fortificazioni della seconda guerra mondiale per proiettarla con la sua offerta in una dimensione nazionale ed europea.

Porto Torres si deve dotare di itinerari turistici dinamici per favorire la visita di tutto il patrimonio storico e archeologico facilitando gli accessi e valorizzando i siti, ampliando gli orari e i giorni di apertura e coinvolgendo le associazioni di settore e le aziende di trasporto pubblico e privato.

È il momento di coinvolgere la città in un progetto capace di mettere assieme istituzioni pubbliche e imprenditori privati per programmare e implementare la meravigliosa offerta del nostro territorio. Porto Torres è una straordinaria vetrina in cui valorizzare le risorse, il patrimonio culturale e l’artigianato della nostra isola

Ci impegniamo a predisporre, con il coinvolgimento di tutti gli attori economici e sociali del territorio, un Piano di sviluppo turistico della città che descriva un programma di azioni concrete e interventi immediatamente attuabili per la valorizzazione in chiave turistica della città al fine di accrescerne la sua competitività e facilitarne lo sviluppo economico e sociale.

Solo con un tale piano di sviluppo ci si può rivolgere a un ampio pubblico nazionale e internazionale. In caso contrario, la fruizione culturale rimarrà sempre e soltanto un fatto episodico, legato a singoli eventi e al tempo libero, piuttosto che un dato costitutivo e identitario della nostra comunità. E sarebbe l’ennesima occasione perduta per essere protagonisti nella comunità europea e mondiale.

La presenza delle aree protette, ed in particolare del Parco Nazionale deve poter rappresentare, nel rispetto delle esigenze di salvaguardia dell’ambiente, un’occasione di sviluppo per il comune di Porto Torres. Abbiamo l’opportunità di creare una nuova identità ed una nuova figura orientata verso la cultura e l’ambiente una sorta di marchio di qualità per tutte le attività e per lo sviluppo futuro del territorio.

L’Asinara

L’Isola dell’Asinara assume in questo contesto un ruolo strategico per l’attrattività turistica del Comune di Porto Torres. Gli interventi dell’amministrazione per lo sviluppo del potenziale attrattivo dell’isola dovranno seguire quattro direzioni: migliorare l’accessibilità all’isola attraverso il potenziamento dei collegamenti e del sistema di accesso all’isola (approdi ed aree di alaggio),  potenziare i servizi locali per garantire una maggiore fruibilità del territorio, incrementare la ricettività per favorire una maggiore permanenza del turista, proteggere e salvaguardare il patrimonio naturale e paesaggistico.

La necessità di trattenere una parte dei movimenti turistici che già gravitano nei comuni rivieraschi del nord ovest e di cui Porto Torres rappresenta una porta privilegiata, richiede però la definizione di una strategia che si dispieghi su più ambiti tematici.

Non è più tollerabile che lo sviluppo di una risorsa così importante continui ad essere frenata per gli infiniti ostacoli che i diversi ministeri sollevano, impedendo di fatto alla nostra comunità di entrare in possesso dell’immenso patrimonio immobiliare dell’isola. Il patrimonio immobiliare non ancora di competenza della gestione del Parco, potrebbe essere utilizzato per una migliore fruizione dell’isola.

Le strutture carcerarie presenti hanno oltre settanta anni di vita, vetuste per qualsiasi ragionamento, che talvolta, ritorna nella mente di qualcuno per ripristinare un carcere nell’isola. La linea di sviluppo che si propone, consta nell’adottare un sistema che vada in due direttrici, in particolare di:

  • utilizzare la storia del carcere come ulteriore percorso di attività turistica da affiancare ai percorsi ambientali con il recupero degli immobili;
  • l’utilizzo degli immobili per un turismo leggero e compatibile che potrebbe sviluppare con gradualità l’offerta ricettiva , partendo da un accordo con i maggiori tour operators già presenti nel circuito della Sardegna e con gli albergatori, il tutto deve prevedere una integrazione all’offerta globale, l’inserimento di un soggiorno e visita del Parco ( almeno due giorni di pensione completa e di visite guidate in tutto il sistema) a corredo del pacchetto principale proposto per il soggiorno più lungo.

Entrambe le direttrici non possono prescindere da investimenti privati, che nel caso specifico non possono non essere agevolati dalla regione Sardegna con incentivi alla formazione di cooperative di giovani anche attraverso agevolazioni finanziarie in convenzione con istituti di credito dietro garanzia della Sfirs o con compartecipazione della stessa nel capitale da dismettere una volta avviata e consolidata l’attività.

Altro elemento da valorizzare a corredo dell’attività prettamente turistica è quella dello sviluppo di tutte le complementarietà ad essa legate quali agricoltura e zootecnia.

L’organizzazione dell’offerta ricettiva che passa attraverso il recupero del patrimonio abitativo, con il conseguente ripopolamento degli insediamenti urbani spopolati e del territorio pertinente.

È necessario fin da subito coinvolgere la Regione Sardegna che possiede oltre il 95% degli immobili e dei terreni, concordare con gli Assessori competenti tutte le azioni da porre in essere per poter, nel giro di breve tempo dare gambe ad una delle risorse più importanti del ns. territorio.

 Il sistema dei Parchi

Nell’ambito della salvaguardia della qualità ambientale di Porto Torres risulta certamente prioritario l’intervento di bonifica e risanamento della foce del Rio Mannu, già inserito nella prossima rete di interventi da attuare, con la sua possibile riconversione a parco.

La creazione di un parco urbano nelle rive del Rio Mannu consentirebbe di rendere fruibili le importanti aree archeologiche localizzate nella sua foce. Questo intervento interconnesso alla valorizzazione dell’ingente disponibilità del verde urbano, potrebbe dare vita ad un sistema di parchi cittadini al servizio della comunità e dello sviluppo economico.

Il Turismo

Partendo dal sistema dei parchi urbani – archeologico, storico e ambientale – è possibile sviluppare un’offerta locale del turismo coerente ed equilibrata con le vocazioni del nostro territorio.  Esistono le condizioni per poter sviluppare nuovi servizi legati al turismo attraverso un impiego intelligente di manodopera, in particolar modo giovanile. Favorire lo sviluppo del settore ricettivo con particolare attenzione al sistema dell’ospitalità diffusa e incoraggiare e sostenere il settore della ristorazione.

Investire sulla valorizzazione del nostro litorale. Difenderlo dall’erosione e dal degrado.

Priorità trasversali per realizzare le opportunità sopra esposte sono la necessità di innovazione, integrazione e accessibilità che possono tradursi, ad esempio in attività imprenditoriali/occupazionali per:

  • Progettare, promuovere e gestire un’offerta integrata di prodotti e servizi turistici del territorio, che sappiano legare le attrattive legate alla fruizione dei beni storico/archeologici, delle risorse del mare, nonché naturalistiche e culturali all’interno di un’offerta progettata dagli operatori del settore con una comunicazione efficace e di qualità;
  • Realizzare itinerari, escursioni e laboratori tematici dedicati al turismo archeologico, ambientale e del mare che permettano ai target dei sempre più esigenti turisti di fruire in maniera originale delle risorse uniche del nostro territorio. Il tutto anche attraverso, ad esempio, una gamma di servizi innovativi che sfruttino anche le nuove tecnologie ICT e Mobile.
  • Nell’ambito dei servizi di progettazione ed erogazione di servizi e prodotti/itinerari turistici connessi alla fruizione delle risorse archeologiche, del mare e naturalistiche del territorio, occorre considerare la necessità di far conoscere nella maniera più sostenibile possibile le caratteristiche uniche del territorio attraverso la realizzazione di itinerari tematici.

Rigenerare il territorio attraverso gli itinerari del sapere

La valorizzazione e la promozione della qualità dei prodotti artigianali e dei prodotti tipici deve essere messa al centro dell’attenzione non solo dagli operatori economici ma anche dell’amministrazione, individuandoli come elemento centrale di una strategia complessiva di sviluppo locale che prevede anche la salvaguardia culturale delle tradizioni produttive. Le strade e/o percorsi del tipico delineano forme di negoziazione tra le numerose attività di valorizzazione delle diverse risorse territoriali, realizzate sia dai produttori che dalle istituzioni, che presentano come elemento comune l’integrazione dell’offerta dei prodotti tipici con quella del territorio nel suo complesso.

Promuovere l’escursionismo e le forme della mobilità lenta

Nessuna area archeologica, angolo di natura, bene architettonico o paesaggistico vive di vita propria, ma riflette piuttosto il significato dei luoghi e della loro storia, rimanda in definitiva allo scenario ambientale di riferimento.  In tutto questo si misura la differenza di una valorizzazione del territorio che vede, non come unico, ma come significativo, il peso dell’attività escursionistica. Il raggiungimento della meta avviene in quest’ultimo caso attraverso vie storiche di percorrenza, dense di segni e di prospettive visuali che ricollocano il bene nella sua giusta prospettiva. Così non solo la meta, ma l’intero percorso per raggiungerla assume significato e valore anche economico.

Istituzione della rete comunale dei sentieri e delle piste ciclabili

L’obiettivo è quello della creazione di una rete di sentieri attrezzati limitata al territorio dell’area protetta. Molte le esperienze nazionali consolidate, basti fare riferimento alle numerose cartografie dei sentieri nei parchi.

La Città, i suoi quartieri e la casa

Occorre riprendere il P.U.C. così come approvato frettolosamente, in modo che la città possa riappropriarsi di uno strumento di sviluppo reale, condiviso, partecipato, superando tutti quei problemi prodotti nel passato.

Si tratta di porre al centro dell’azione di governo del territorio la riqualificazione rispetto all’espansione, affinché vi sia “produzione senza appropriazione, azione senza imposizioni, sviluppo senza sopraffazione”. La salvaguardia dell’integrità del territorio diviene così il quadro entro il quale attivare progetti e strategie.  È in tale contesto che la gestione urbanistica si precisa come capacità di attivare sistemi per la città che è territorio nel territorio. È evidente che gli interventi edilizi quando trascurano la dimensione sociale della vita di una comunità, possono produrre deformazioni del tessuto urbano come periferie che non accolgono adeguatamente gli abitanti, scollegate con i pochi nuclei di vita sociale che la stessa città offre e che si concentrano nel centro urbano.

Una programmazione sociale, pur apprezzabile, non può conseguire i risultati attesi se i servizi prescindono dalla reale disponibilità di spazi e di strutture o, al contrario, se l’offerta dei servizi e delle attività trova ubicazione lontano dai luoghi dove si esprimono i bisogni.

L’amministrazione comunale in questi anni si è impegnata con successo nella chiusura dei numerosi ed onerosi contenziosi che si sono accumulati nel corso degli anni. Attraverso la concessione di nuove volumetrie previste dal nuovo Piano Urbanistico Comunale si è evitato che la comunità si trovasse a pagare un oneroso debito economico, parliamo di decine di milioni di euro, lasciato in eredità dalle precedenti amministrazioni.

Ripartiamo dai residenti. Un PATTO con i QUARTIERI

Riqualificare e rigenerare i quartieri attraverso una collaborazione permanente tra amministrazione e cittadini per far emergere i veri bisogni del territorio.

Ricominciamo a coinvolgere i cittadini nelle scelte dell’amministrazione. Muoviamo dal presupposto che la collaborazione tra pubblico e privato è un valore aggiunto, sia per i cittadini, che possono essere protagonisti del bene comune, sia per l’amministrazione, che può occuparsi dei cittadini in modo più diretto, efficiente ed efficace. Questo metodo deve essere al centro dell’azione del Comune che deve favorire tutte le forme di comunicazione e di partecipazione alle scelte.

Per ogni quartiere intendiamo sviluppare una programmazione condivisa di tutti gli interventi e delle attività dell’amministrazione, per accrescere le opportunità dei residenti, per sviluppare e utilizzare al meglio i servizi e le strutture e per pianificare iniziative di aggregazione e integrazione. Nessuno dovrà sentirsi più un cittadino di serie B.

Solo partendo dalle richieste pervenute dai cittadini in ogni quartiere, decise le priorità con i residenti attraverso un processo di condivisione, verrà formulato un programma con il quale l’Amministrazione comunale si impegna alla realizzazione degli interventi.

Una scelta naturale, questa, per una comunità come la nostra che ha sempre mostrato un sano attaccamento al proprio luogo di residenza e che perciò vuole essere in prima persona protagonista delle scelte che più la riguardano da vicino.

La casa

Molte famiglie guardano con incertezza il proprio futuro perché non dispongono di una abitazione e sono costretti a pagare affitti insostenibili. Vogliamo affrontare il delicatissimo problema della casa aggredendo il nodo dell’affitto, che è all’origine del disagio abitativo e delle enormi difficoltà di moltissimi nuclei familiari, sia a basso che a medio reddito, in particolare delle giovani coppie o dei single, che, a causa dell’alto livello dei prezzi non riescono ad ottenere risposta al loro bisogno primario di casa, né nel mercato, né nell’Edilizia Residenziale Pubblica. Una prima immediata risposta verrà data attraverso nuove politiche abitative basate sull’affitto. Attraverso l’istituzione di un fondo di garanzia vogliamo creare le condizioni per un mercato sociale dell’affitto da affiancare al servizio già collaudato dei contributi per il sostegno all’affitto. In questa direzione utilizzeremo tutte le opportunità offerte dalla legge in materia di edilizia sociale perché siano realizzate nuove abitazioni da porre sul mercato a canone moderato. Occorre individuare e destinare nel nuovo PUC una quota pregiata del nostro territorio per la costruzione di alloggi di edilizia residenziale pubblica e realizzare nuovi alloggi popolari da assegnare alle giovani coppie.

Ripartire con i più piccoli per fare grande la città

La nostra attenzione sarà rivolta principalmente ai soggetti fragili e siccome i più inermi tra gli inermi sono i bambini, ad essi pensiamo quando immaginiamo la qualità della città. Per questi motivi opereremo “con una nuova filosofia di governo assumendo il bambino come punto di riferimento e come parametro delle necessità di tutti i cittadini. Con la visione di una “Città per i bambini” progetteremo e sperimenteremo soluzioni atte a ridare ai soggetti più deboli il pieno diritto di cittadinanza inteso come diritto a vivere e ad utilizzare la città.

Vogliamo coinvolgerli direttamente, con ruoli da protagonisti, nella progettazione o nella ristrutturazione di spazi o servizi che li interessano e li coinvolgono. Per questo, con loro (bambini e genitori) inizieremo a “rileggere”, progettare e realizzare i “loro” ed i “nostri” ambienti di vita.

Supporto alle famiglie e alla genitorialità

L’obiettivo generale dell’azione è contribuire a costruire una società più attenta ai bisogni delle famiglie attraverso interventi di supporto al ruolo di cura, oltre che contribuire ad aumentare l’occupabilità, soprattutto delle donne, favorendo la conciliazione tra tempi di vita e tempi di lavoro. I programmi saranno rivolti sia a nuclei familiari problematici che necessitano di un supporto nello svolgimento del loro compito educativo, con interventi volti a promuovere il benessere sociale delle famiglie, dei bambini e delle bambine.

Ripartire con i giovani per crescere attraverso nuove energie

I giovani devono essere messi in condizione di essere protagonisti della loro vita e del cambiamento che stiamo attraversando. Nell’attuale crisi, chi sta pagando il conto più salato sono le nuove generazioni che faticano a trovare le giuste opportunità nella nostra regione e rappresentano quindi un gruppo sociale vulnerabile.

I giovani, nonostante livelli di istruzione più alti di quelli della generazione precedente e un più ampio spettro di possibilità di formazione e mobilità, soffrono comunque un deficit di opportunità di realizzazione se confrontati con la generazione precedente. Questo deficit si traduce spesso nella difficoltà ad acquisire i ruoli tipici della vita adulta (farsi una famiglia, raggiungere una indipendenza) e forse ancora più gravemente, a livello più ampio si può trasformare in un radicato senso di emarginazione, frustrazione, distanza dalle istituzioni, scarsa fiducia e in generale distacco dalla vita pubblica. È un fenomeno sociale che riguarda una intera generazione sottraendole speranze e prospettive per il futuro. Devono poter sapere che la loro comunità crede in loro e che possono contare su di essa.

Ripartiamo dalla Cultura

Per noi la cultura non è solo un insieme di luoghi o di pratiche ma è un fattore di sviluppo, di lavoro. La cultura è intesa come valore, come investimento indispensabile a caratterizzare l’identità della città, a farle assumere prestigio a livello regionale, nazionale e mediterraneo e che per questo richiede competenze, professionalità, qualità presenti nel nostro territorio e da valorizzare coinvolgendoli in una costruzione di percorsi culturali capaci di confrontarsi con esperienze nazionali e internazionali. Questa è l’idea che abbiamo della cultura e questa è la “nuova fase” che vogliamo aprire. Cultura intesa anche come scala di valori, mentalità e costume che si traduce nel comportamento del nostro popolo.

In questo quadro si inseriscono a pieno titolo le tante esperienze avviate dal mondo associativo e da quello giovanile e che l’Amministrazione intende sostenere e valorizzare, ponendo sempre attenzione all’occupazione dei tanti giovani che in questi settori esprimono le loro diverse professionalità. La musica, il teatro, il cinema, le espressioni artistiche in genere, consentono di coltivare la creatività e i talenti dei nostri giovani.

La nostra città possiede una rete di strutture culturali di primissimo livello. Il teatro Parodi e la sala Filippo Canu, il Palazzo del marchese, il museo del mare, un sistema Bibliotecario, la scuola civica di musica e, un centro di aggregazione per le associazioni della città. Una rete sulla quale le “culture”, nella loro accezione più vasta, possono e devono crescere, creando nuove occasioni di formazione, di lavoro, di sviluppo individuale e collettivo.

La scuola

Il mondo della scuola deve rappresentare il punto di partenza per riannodare quei fili sociali che la nostra comunità, complice la crisi che stiamo vivendo, rischia quotidianamente di perdere. Attorno alle scuole, infatti, c’è la vita di tutte le nostre famiglie e un’amministrazione comunale che intenda realmente fare il bene comune, è proprio da qui che ha il dovere di partire.

Una buona amministrazione deve però essere capace di sviluppare una programmazione degli interventi che le consenta di utilizzare quelle risorse come un volano, attraverso il ricorso a programmi e a strumenti finanziari di ordine Regionale, Nazionale ed Europeo

Intendiamo realizzare un programma straordinario di interventi tesi al recupero del nostro patrimonio scolastico attraverso i Piani straordinari di edilizia scolastica.

Occorre aderire immediatamente a questa importante operazione e predisporre, qualora ancora non fosse stato preparato dagli uffici dell’amministrazione, un programma organico di interventi straordinari e tesi alla riqualificazione del patrimonio scolastico della nostra città, partendo dalle scuole dell’infanzia, attraverso il pieno coinvolgimento di tutti gli attori del mondo della scuola, in particolare degli insegnanti, dei ragazzi e delle loro famiglie.

Realizzare questo progetto significa non solo garantire a studenti, insegnanti e famiglie edifici funzionali, moderni e di qualità che restituiscano la giusta dignità a tutto il comparto, ma anche riqualificare parti importanti della nostra città, luoghi ai quali ciascuno di noi è profondamente legato.

Esistono diverse possibilità di coinvolgimento attivo del volontariato e delle associazioni in attività di vigilanza e controllo nei plessi. Si può immaginare un progetto di valorizzazione sociale con il coinvolgimento di particolari soggetti della nostra comunità, penso all’esperienza del “nonno vigile”.  Quello cosi detto dei “Volontari Civici”, un servizio di volontariato che consente ai cittadini di dedicare il proprio tempo libero per svolgere compiti di utilità civica hai quali potrebbe essere affidato come compito principale quello di vigilare sull’integrità e sul rispetto del bene pubblico.

Lo sport è un importante veicolo di protezione sociale: la pratica sportiva infatti oltre ad essere una necessità per il benessere e la salute del corpo, rappresenta un momento di aggregazione, di socializzazione, di integrazione e quindi di benessere psicologico per persone di tutte le età e diverse abilità. È nello sport che ci si educa al rispetto delle regole.

I dati sull’associazionismo sportivo rivelano che circa il 10% della popolazione di Porto Torres pratica uno sport e che cresce l’utilizzo degli impianti comunali da parte dei cittadini. Questo denota una comunità sicuramente incline alla pratica sportiva che richiede spazi ed infrastrutture maggiormente adeguate alle loro esigenze.

Avviare una nuova stagione di investimenti nell’impiantistica sportiva.

È ormai diffusa la consapevolezza che il grande patrimonio impiantistico sportivo della nostra città pur rappresentando ancora una dotazione di notevole qualità presenti ormai un grado notevole di longevità e di graduale logoramento dei propri standard qualitativi.

Il movimento sportivo locale, sia nella sua dimensione dilettantistica, sia pure in quella professionistica, offre già oggi una ampia articolazione di eventi sportivi di notevole livello, che si ripetono a cadenza periodica sistematica lasciando allo sport locale e alla città stessa un importante contributo.

Associazionismo e volontariato

L’impegno dei cittadini nelle associazioni culturali, ricreative, sportive senza fini di lucro ed il lavoro del volontariato costituiscono un’occasione di partecipazione e una ricchezza della società civile che intendiamo valorizzare nella nostra azione di governo.

La programmazione delle politiche sociali, sanitarie, ambientali, culturali, sportive deve coinvolgere rispettivamente, fin dalla fase iniziale, le associazioni e le organizzazioni di volontariato che si occupano specificamente dei diversi settori.

È necessaria un’integrazione operativa delle istituzioni pubbliche con il cosiddetto terzo settore, per migliorare l’organizzazione dei servizi e degli interventi, senza per questo confondere ruoli e competenze. Porto Torres si contraddistingue da sempre per il forte spirito d’iniziativa di una parte importante della popolazione.

Sono presenti diverse associazioni e organizzazioni di volontariato che aiutano, ognuna anche con forti specificità e differenti finalità, la partecipazione e la solidarietà, la valorizzazione culturale, sportiva, ricreativa e turistica del territorio, promuovendo l’impegno e lavoro sociale dei cittadini.

Attraverso la Consulta del Volontariato dobbiamo favorire forme permanenti di consultazione e di collaborazione per far dialogare tutti i soggetti tra di loro e con le istituzioni in modo da creare forti sinergie anche per lo sviluppo di servizi integrati e una collaborazione tesa ad evitare i rischi di sovrapposizione.

Le Politiche Sociali

La crisi economica ha accentuato il fabbisogno di servizi sociali da parte della comunità di Porto Torres. Per far fronte a questa emergente necessità l’Amministrazione non è più sufficiente aumentare le somme previste nel bilancio per contributi a sostegno di famiglie disagiate.

Occorre riprogrammare gli interventi a partire da un’attenta politica di ascolto, per migliorare la capacità di interpretare i bisogni della comunità che sono in continua evoluzione. Vogliamo iniziare una nuova politica sociale basata non più sull’assistenza, ma sulla dignità delle persone, considerate un valore per la collettività, e impegnate in attività socialmente utili per la comunità.

È necessario andare incontro al disagio, cercare e conoscere i nuovi bisogni, aumentare la progettualità nei confronti di categorie sensibili e fasce a rischio. In questo lavoro è assolutamente decisivo il coinvolgimento delle associazioni di volontariato nella realizzazione degli interventi.

Dalla sanità all’assistenza, dai servizi per gli anziani a quelli per i diversamente abili e i non autosufficienti, dai servizi per l’infanzia a quelli a sostegno del diritto alla casa, abbiamo un ruolo centrale delle politiche sociali, un ruolo che si intreccia, integra e molte volte supplisce quello nazionale. Per Noi questo ruolo rimane una priorità.